03 maggio 2018
Aggiornamenti e focus, Speciale Benessere delle gambe
Malattia venosa cronica: poche le italiane che se ne preoccupano
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Interessa 80 persone su cento, le donne più degli uomini, eppure solo tre su dieci sanno che inestetismi e disturbi alle gambe potrebbero essere il segnale di malattia venosa cronica (Mvc). Del problema si è parlato a Milano in occasione dell'evento "Donne in Gamba. Imparare a prendersi cura di sé, a partire dalle gambe".
Il sangue, nel suo percorso dagli arti inferiori verso i polmoni, deve vincere la forza di gravità e questo è possibile solo grazie a valvole che si aprono al suo arrivo e si richiudono a passaggio avvenuto, per impedire che ritorni verso il basso. Se, però, a causa di fattori di rischio come familiarità, età, sovrappeso, sedentarietà, prolungata posizione eretta o seduta, gravidanza, dieta scorretta, protratta assunzione di ormoni, abbigliamento e/o calzature inadeguate, questo complesso di azioni non è perfettamente funzionante, perché le pareti delle vene cominciano a perdere elasticità e le valvole tendono a dilatarsi, si ha tutta una serie di sintomi fastidiosi, quali gonfiore, pesantezza, dolori, formicolii e crampi. «Se non si interviene tempestivamente, questi problemi tendono a progredire e portano ala formazione di vene varicose, che a loro volta possono degenerare in edemi, ulcere, fino ad arrivare all'evenienza estrema della trombosi», avverte il professor Angelo Santoliquido, responsabile dell'Unità di Angiologia, Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli di Roma. «Ragione per cui, anche in assenza di segni estetici evidenti, se compaiono questi disturbi è sempre consigliabile il consulto di uno specialista per una corretta diagnosi della malattia».
Terapia farmacologica
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Le cause
Il sangue, nel suo percorso dagli arti inferiori verso i polmoni, deve vincere la forza di gravità e questo è possibile solo grazie a valvole che si aprono al suo arrivo e si richiudono a passaggio avvenuto, per impedire che ritorni verso il basso. Se, però, a causa di fattori di rischio come familiarità, età, sovrappeso, sedentarietà, prolungata posizione eretta o seduta, gravidanza, dieta scorretta, protratta assunzione di ormoni, abbigliamento e/o calzature inadeguate, questo complesso di azioni non è perfettamente funzionante, perché le pareti delle vene cominciano a perdere elasticità e le valvole tendono a dilatarsi, si ha tutta una serie di sintomi fastidiosi, quali gonfiore, pesantezza, dolori, formicolii e crampi. «Se non si interviene tempestivamente, questi problemi tendono a progredire e portano ala formazione di vene varicose, che a loro volta possono degenerare in edemi, ulcere, fino ad arrivare all'evenienza estrema della trombosi», avverte il professor Angelo Santoliquido, responsabile dell'Unità di Angiologia, Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli di Roma. «Ragione per cui, anche in assenza di segni estetici evidenti, se compaiono questi disturbi è sempre consigliabile il consulto di uno specialista per una corretta diagnosi della malattia».
Come prevenirla e curarla
- Dieta
Consumare ogni giorno frutta e verdura, in quanto forniscono vitamine e nutrienti ad azione antinfiammatoria e antiossidante che preservano l'integrità dei vasi. Limitare il consumo di sale, zuccheri semplici, grassi saturi e idrogenati. - Idratazione
Per un buon funzionamento del sistema cardiovascolare, bere almeno due litri di acqua a basso residuo minerale ogni giorno. - Attività fisica
Mantenere il più possibile le gambe in movimento durante il giorno, sfruttando i semplici spostamenti a piedi o scegliendo di salire le scale a piedi, ma anche puntando su sport come bicicletta, nuoto, acqua fitness e acqua walking. - Abbigliamento
Evitare tutto ciò che crea un ostacolo al ritorno venoso, come pantaloni stretti, corsetti elastici, gambaletti e calze autoreggenti, ma anche calzature con tacchi troppo alti o troppo bassi, o con la punta stretta (l'ideale è una scarpa a base larga e con un tacco di circa quattro centimetri). - Postura
Se si svolge un'attività che costringe a stare molto tempo in piedi, sollevarsi spesso sulle punte facilita la risalita del sangue dalle gambe verso il cuore. Al contrario, se si passa molto tempo seduti, è bene alzarsi ogni ora e camminare per qualche minuto per favorire la circolazione. L'uso di calze elastiche migliora i disturbi funzionali e rallenta l'evoluzione della malattia venosa.
Terapia farmacologica
Può essere utilizzata già a partire dagli stadi iniziali della Mvc per evitarne il peggioramento. I farmaci maggiormente indicati sono quelli a bersaglio endoteliale (come il mesoglicano) che, agendo direttamente sul meccanismo infiammatorio, consentono di ridurre il danno sia a carico della parete venosa sia del sistema valvolare, rallentando la progressione della malattia e controllandone la sintomatologia.
Claudio Buono
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