14 gennaio 2019
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Parodontite: non sottovalutare il sanguinamento gengivale
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Un tempo definita come "piorrea" la parodontite, o malattia parodontale, è l'espressione di uno squilibrio tra la componente microbica che aderisce alla superficie dei denti in prossimità del passaggio verso la gengiva e reazione dell'organismo che vuole opporsi a questi batteri nocivi.
Il termine "piorrea" definiva uno stato molto avanzato della patologia; era caratterizzato dal profuso sanguinamento delle gengive, magari senza che queste fossero eccessivamente stimolate.
Negli stadi più avanzati la fuoriuscita del pus dalle gengive era anche associata a un cattivo odore nella bocca e ad alitosi.
La parodontite oggi colpisce una grandissima parte della popolazione e, se non curata adeguatamente, può portare alla perdita dei denti; tipicamente questa evoluzione non è molto veloce ma, decorrendo senza sintomi chiari, spesso porta il paziente all'osservazione dell'odontoiatra quando il quadro ha già assunto aspetti drammatici.
Come non arrivare in ritardo? I consigli sono semplici; andare dal dentista almeno una volta all'anno e verificare con grande precisione il sanguinamento gengivale quando si lavano i denti.
È il primo segnale d'allarme che, se trascurato, si tradurrà in una evoluzione negativa che farà cronicizzare la malattia rendendone più difficile la cura.
Un altro elemento da tenere in debita considerazione è quello relativo alla familiarità; la malattia parodontale ha una derivazione genetica che viene spesso trascurata ma che, nella realtà, può avere una valenza molto rilevante se identificata. Come? Molto semplice, chiedere ai propri genitori o ricordare se avessero perso denti nel corso della loro vita.
Una nozione semplice ma fondamentale per affrontare al meglio i programmi di mantenimento e prevenzione che sono indispensabili per contrastare l'evoluzione della malattia parodontale.
A cura di:
Professor Massimo Gagliani
Professore Associato di Malattie Odontostomatologiche presso l'Università degli Studi di Milano
Il termine "piorrea" definiva uno stato molto avanzato della patologia; era caratterizzato dal profuso sanguinamento delle gengive, magari senza che queste fossero eccessivamente stimolate.
Negli stadi più avanzati la fuoriuscita del pus dalle gengive era anche associata a un cattivo odore nella bocca e ad alitosi.
Parodontite: il sanguinamento gengivale è un segnale d’allarme
La parodontite oggi colpisce una grandissima parte della popolazione e, se non curata adeguatamente, può portare alla perdita dei denti; tipicamente questa evoluzione non è molto veloce ma, decorrendo senza sintomi chiari, spesso porta il paziente all'osservazione dell'odontoiatra quando il quadro ha già assunto aspetti drammatici.
Come non arrivare in ritardo? I consigli sono semplici; andare dal dentista almeno una volta all'anno e verificare con grande precisione il sanguinamento gengivale quando si lavano i denti.
È il primo segnale d'allarme che, se trascurato, si tradurrà in una evoluzione negativa che farà cronicizzare la malattia rendendone più difficile la cura.
Parodontite: attenzione ai casi in famiglia
Un altro elemento da tenere in debita considerazione è quello relativo alla familiarità; la malattia parodontale ha una derivazione genetica che viene spesso trascurata ma che, nella realtà, può avere una valenza molto rilevante se identificata. Come? Molto semplice, chiedere ai propri genitori o ricordare se avessero perso denti nel corso della loro vita.
Una nozione semplice ma fondamentale per affrontare al meglio i programmi di mantenimento e prevenzione che sono indispensabili per contrastare l'evoluzione della malattia parodontale.
A cura di:
Professor Massimo Gagliani
Professore Associato di Malattie Odontostomatologiche presso l'Università degli Studi di Milano