Parodontite, le tre cose che non sai

12 marzo 2019
Aggiornamenti e focus, Speciale Bocca sana

Parodontite, le tre cose che non sai



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La parodontite è una malattia dentale a patogenesi infiammatoria e a eziologia batterica. Se non curata tempestivamente, logora i tessuti che assicurano il sostegno dei denti. La parodontite colpisce in particolare gli adulti sopra i 30 anni. Il 15% della popolazione soffre di una forma grave di parodontite e il 50% ne è colpita in forme più lievi e diverse. Diventa quindi importante imparare a riconoscerne sintomi e cause.

Quali sono i sintomi della parodontite?


Il primo sintomo è il sanguinamento delle gengive, inizialmente sotto stimolo (solitamente durante lo spazzolamento) e successivamente spontaneo. Nello stato più avanzato della malattia il sanguinamento sarà spontaneo, e spesso accompagnato da mobilità dentale. Altri sintomi possono essere alito cattivo e la presenza di uno strano sapore in bocca. Ovviamente anche un eventuale rossore o gonfiore delle gengive è campanello d'allarme di un processo infiammatorio. Con il procedere della patologia potremo riscontrare sanguinamento severo e recessione gengivale, con la comparsa di spazi tra i denti e conseguente mobilità dentale. Prevedibilmente, la situazione comporterà dolore diffuso ai denti e spesso il manifestarsi di ascessi parodontali.

Quali sono le cause della parodontite?


Il processo infiammatorio della parodontite inizialmente interessa le gengive. La gengivite è dovuta alla placca dentale, principalmente causata dai residui di cibo e relative colonie batteriche. Questi batteri aderiscono alla superficie del dente e formano il tartaro, una corazza difficile da scalfire con i consueti interventi di igiene orale (spazzolino, collutorio, filo interdentale).

Trascurare la gengivite porta ad una forte infiammazione e le gengive si retraggono fino a formare le tasche parodontali. In assenza di interventi i germi si moltiplicano fino ad estendere il processo infiammatorio al parodonto e alle ossa che fanno da base ai denti e le tossine aggrediscono le cellule dei tessuti parodontali, incluse le cellule adibite alla riproduzione dell'osso che sostiene il dente (osteoblasti). Il tutto purtroppo può avvenire senza quasi accorgersene.

Nello stadio più avanzato della patologia si assiste alla caduta del dente. La malattia può manifestarsi anche in seguito a interventi odontoiatrici eseguiti male oppure in seguito ad altre patologie come tabagismo o neoplasie. Anche i fattori ereditari sono tra le cause della malattia, in particolare nelle forme a incidenza precoce.


Parodontite e diabete

Recenti indagini condotte su vasta scala hanno rivelato che un diabetico ha un rischio tre volte più elevato di sviluppare un'infiammazione alle gengive o di vederla aggravare, o di peggiorare il proprio compenso metabolico per la presenza di parodontite. L'interazione con il diabete è duplice e reciproca, dato che l'infiammazione sistemica dovuta alla parodontite può favorire l'insulino-resistenza e peggiorare il controllo glicemico. Prova ne è che chi soffre di diabete mellito di tipo 1 e 2, in presenza di parodontite soprattutto grave, ha maggiori difficoltà di compenso metabolico, con conseguente maggiore rischio di complicanze cardiovascolari e renali. La parodontite oggi coinvolge circa il 30-40% di coloro che soffrono di diabete o prediabete (sono circa due milioni gli italiani che convivono con entrambi i problemi) e curarla adeguatamente può comportare un miglior controllo della malattia metabolica.



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