Pelle&smog: difendiamo la salute della cute

06 aprile 2019
Aggiornamenti e focus

Pelle&smog: difendiamo la salute della cute



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Il danno alla pelle dovuto all'inquinamento ambientale è ormai conclamato e scientificamente dimostrato da studi e ricerche.
Sono molti i fattori che concorrono a disperdere nell'aria micro o nano particelle inquinanti che vanno a occludere i pori della pelle e contribuiscono ad aumentare gli effetti di invecchiamento precoce, per non parlare poi delle epidermidi più sensibili o reattive che da questi 'veleni' vengono portate a reagire con eritemi e allergie.
Polveri sottili, scarichi industriali, emissioni delle automobili, incendi di rifiuti o incidenti concorrono a creare un'aria malsana che, associata anche alle radiazioni solari, ha effetti deleteri sulla salute e sul benessere della nostra cute.
Da qui l'importanza della pulizia e della protezione della pelle che sono azioni fondamentali per difenderci dall'aggressione di questi inquinanti e fare prevenzione verso patologie più gravi.

Rischi e pericoli


I rischi a cui vanno incontro le persone che vivono in luoghi particolarmente inquinati viene spiegato con precisione dal professor Leonardo Celleno, dermatologo e presidente dell'Associazione Italiana Dermatologia e Cosmetologia (Aideco) che afferma:«L'esposizione alle cosiddette polveri sottili, contribuisce all'invecchiamento precoce della pelle). I fatidici Pm (Particulate matter - materiali particolati), specialmente i più piccoli, possono agevolmente penetrare nella pelle per via transepidermica e, attraverso i follicoli piliferi, portano all'aging cutaneo attraverso recettori specifici. Benzene e Idrocarburi policiclici aromatici (Ipa), in percentuale molto alta vengono inglobati nei Pm mentre i gas nocivi e l'ozono, derivati dall'inquinamento atmosferico, con la simultanea esposizione agli Uva, agiscono sinergicamente per aumentare l'insorgenza di tumori cutanei. L'ozono induce anche stress ossidativo a livello cutaneo attraverso la formazione di prodotti della perossidazione lipidica.  Inoltre, l'inquinamento atmosferico, specialmente quello legato al traffico veicolare, in uno studio epidemiologico del 2016, sembra contribuire allo sviluppo delle lentiggini sul viso di caucasici e asiatici».

Pulizia e protezione


Tutto questo smog, quindi, altera il film idrolipidico della pelle favorendo la proliferazione di radicali liberi e delle metallo-proteinasi (Mmp) e altri enzimi che possono degradare, col tempo, le componenti del tessuto connettivo (non solo collagene ed elastina).
Questa degradazione favorisce la penetrazione di impurità e agenti inquinanti nella pelle, specie di quella 'sensibile', aumentando il rischio di invecchiamento e alterazione anche negli strati più profondi della cute.
Da tutto questo si deduce che è importantissimo pulire e proteggere la nostra epidermide per salvaguardarla da questi danni. Non a caso la cosmetica moderna ha messo a punto prodotti di detersione e di protezione specifici a base di formulazioni e tecnologie produttive definite 'antipollution'.

Dal professor Celleno arrivano quindi delle indicazioni precise.
«Oltre alla protezione solare per evitare la sinergia negativa tra Uva e agenti dannosi» sottolinea il dermatologo, «in realtà, la prima azione 'anti-inquinante' è la corretta detersione, che ha come compito proprio la rimozione dei residui di tossici e inquinanti, nel modo più fisiologico possibile. Quest'atto cosmetico, a volte considerato banale, è la prima vera difesa nei confronti degli inquinanti ambientali. L'epidermide va poi protetta con cosmetici che uniscano agli effetti antinvecchiamento e idratazione la protezione dai raggi ultravioletti. E' necessario, infine, che i moderni cosmetici definiti 'antinquinamento' specifichino che tipo di protezione dall'ambiente si vuole ottenere, su quale tipo di inquinamento si vuole intervenire, quali tecnologie e quali ingredienti saranno particolarmente efficaci allo scopo, quali test/studi (protocolli) potranno essere utilizzati per dimostrarne l'efficacia, oltre a garantirne la sicurezza d'uso». 


Luisella Acquati



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