Malattia cardiovascolare: le donne sono più a rischio

23 aprile 2023
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Malattia cardiovascolare: le donne sono più a rischio



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Prendere in considerazione gravidanze e menopausa, trattare adeguatamente l'obesità, tenere sotto controllo i fattori di rischio, tenendo in conto che un ritardo nella diagnosi e una gestione non ottimale sono spesso fattori che portano a disparità di cure tra uomini e donne: sono alcune delle strategie per ridurre il gap nella gestione delle malattie cardiovascolari nelle donne. I consigli arrivano da un team americano, guidato da Sarah Jones, del Montefiore Hospital di Pittsburgh (USA), e sono stati descritti su Medical Clinics of North America, andando ad aggiornare le indicazioni su prevenzione, diagnosi e trattamento della malattia cardiovascolare nelle donne.

La malattia cardiovascolare nelle donne


Le malattie cardiovascolari sono la principale causa di morte negli Stati Uniti. Il rischio è più elevato nelle donne, dal momento che queste vanno incontro a disparità nella gestione rispetto agli uomini, inclusi ritardo nella diagnosi e mancanza di linee guida specifiche per il trattamento. Tuttavia, anche per le donne è possibile agire a livello di prevenzione e riduzione del rischio.
L'American Heart Association, per esempio, ha esteso la regola "Life's Simple 7", una serie di consigli per mantenere una salute cardiovascolare ideale, a "Life's Essential 8", focalizzata alla promozione di una dieta salutare, regolare esercizio fisico, riduzione dell'esposizione a nicotina, sonno regolare e mantenimento di adeguati livelli di colesterolo e zuccheri nel sangue.
A questo scopo, la dieta Mediterranea è un regime alimentare utile a prevenire eventi cardiovascolari e metabolici, come ricordano gli stessi ricercatori americani, evidenziando che questo tipo di alimentazione è nota per ridurre il rischio di malattia cardiovascolare e infarto del 30%.


Controllo del peso e dei livelli di colesterolo e zuccheri


Jones e colleghi, poi, sottolineano che l'obesità determina, per un 64%, l'aumento del rischio di malattia cardiovascolare nelle donne. In persone obese o in sovrappeso, una riduzione di 5-10% del peso, però, può fornire benefici a livello di salute. E una dieta salutare, accompagnata da regolare esercizio fisico, è fondamentale per la riduzione del peso e il suo mantenimento.
Per quel che riguarda, invece, controllo di colesterolo e zuccheri, la raccomandazione degli esperti è di ricorrere a terapie farmacologiche, quando necessario. Infine, è utile sottoporsi a un monitoraggio della pressione sanguigna almeno annualmente, con un cambio nello stile di vita qualora i livelli di pressione siano lievemente aumentati, per passare a una terapia con antipertensivi se, invece, si registra un'ipertensione di stadio 1 o 2.

Diagnosi e trattamento

Secondo i ricercatori, per valutare la malattia cardiovascolare è utile includere la sindrome coronarica acuta nella diagnosi differenziale. Se si sospetta la sindrome, poi, bisogna ricorrere all'elettrocardiogramma, ricordando che le donne sono a maggior rischio degli uomini e che, comunque, per le pazienti a basso rischio, è consigliabile la prova da sforzo per rilevare malattia coronarica. Nei pazienti con rischio intermedio, invece, meglio usare tecniche di imaging cardiaco, tenendo conto, però, che per le donne in gravidanza o in allattamento è raccomandabile fare esami che espongano a meno radiazioni possibili.
Infine, il team sottolinea che, a causa di un'elevata variabilità nella presentazione dei sintomi, la gestione a lungo termine della malattia cardiovascolare è peggiore nelle donne per un ritardo nelle visite o nella diagnosi. Infine, bisogna tener conto del fatto che le donne hanno una minore probabilità degli uomini di ricevere terapie secondo linee guida specifiche.

Secondo i ricercatori, per valutare la malattia cardiovascolare è utile includere la sindrome coronarica acuta nella diagnosi differenziale. Se si sospetta la sindrome, poi, bisogna ricorrere all'elettrocardiogramma, ricordando che le donne sono a maggior rischio degli uomini e che, comunque, per le pazienti a basso rischio, è consigliabile la prova da sforzo per rilevare malattia coronarica. Nei pazienti con rischio intermedio, invece, meglio usare tecniche di imaging cardiaco, tenendo conto, però, che per le donne in gravidanza o in allattamento è raccomandabile fare esami che espongano a meno radiazioni possibili.
Infine, il team sottolinea che, a causa di un'elevata variabilità nella presentazione dei sintomi, la gestione a lungo termine della malattia cardiovascolare è peggiore nelle donne per un ritardo nelle visite o nella diagnosi. Infine, bisogna tener conto del fatto che le donne hanno una minore probabilità degli uomini di ricevere terapie secondo linee guida specifiche.


Sabina Mastrangelo


Fonte: Farmacista33





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