Depressione post-infarto tenuta alla larga dal movimento

02 dicembre 2015
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Depressione post-infarto tenuta alla larga dal movimento



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Mantenersi fisicamente attivi sembra essere una buona strategia per tenere alla larga la depressione dopo l'infarto. «Diversi studi hanno già messo in luce l'esistenza di un legame tra attività fisica e salute della mente» spiega Linda Ernstsen del Centro per l'esercizio in medicina della Norwegian University of science and technology e prima autrice di una ricerca da poco pubblicata sulla rivista American journal of medicine.

Nello studio, Ernstsen e colleghi hanno analizzato un gruppo di 189 uomini e donne norvegesi che avevano subito il loro primo attacco cardiaco e che, sulla base delle loro abitudini di attività fisica, sono stati suddivisi in quattro gruppi: sempre attivi, da attivi a inattivi, da inattivi ad attivi e sempre inattivi. E a conti fatti è possibile affermare che l'associazione tra esercizio fisico e depressione post-infarto esiste. «La probabilità di andare incontro a depressione dopo un infarto è più bassa nelle persone sempre attive rispetto a quelle sempre inattive» spiega l'autrice, «il rischio era più basso anche in chi era inizialmente inattivo e aveva iniziato a muoversi rispetto a chi aveva fatto il percorso inverso, partendo da una vita attiva e smettendo poi l'esercizio».

Come spiegano gli autori della ricerca, a oggi non è chiaro se alla base della maggior presenza di depressione ci sia l'infarto stesso o se il ruolo più importante sia interpretato dal cambiamento nelle abitudini legate all'esercizio. «Servono nuovi studi sull'argomento» spiega Ernstsen. «I risultati comunque sottolineano ulteriormente il legame tra attività fisica e depressione e mettono in evidenza la necessità di muoversi per tutti coloro che hanno avuto o sono a rischio di infarto e/o depressione».



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