Emicrania, un compagno di vita

28 aprile 2006
Aggiornamenti e focus, Speciale Mal di testa

Emicrania, un compagno di vita



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Esistono dei disturbi tipicamente femminili, con cui gli uomini non dovranno mai fare i conti. I più comuni dei quali sono i classici dolori legati alle mestruazioni, anche se non è detto che tutto si risolva nei pochi giorni di flusso e, per il resto del mese, non ci si pensi più. Nell'arco del ciclo mensile di ogni donna si verificano fluttuazioni ormonali, verso ognuna delle quali si può avere una certa sensibilità e quindi soffrirne.Per esempio se si è sensibili alla variazione dei livelli di estrogeni, uno dei sintomi è l'emicrania, non a caso definita emicrania mestruale, se compare durante le mestruazioni, o emicrania correlata al ciclo mestruale, quando compare in un altro momento del ciclo mensile.

Un mal di testa per ogni età


Per semplificare le cose, gli autori di un articolo comparso su Jama, hanno accorpato i due disturbi come emicrania da mestruazione, intendendo attacchi emicranici, senza aura, che si verificano tra i tre giorni che precedono il flusso e i primi tre giorni di flusso. Con questo criterio hanno valutato i vari lavori comparsi in letteratura per comprendere meglio il fenomeno. La prima evidenza, per altro già nota agli esperti, è che gli attacchi sono associati al declino dei livelli plasmatici di estrogeni, in particolare dopo un periodo di picco, che è la condizione fisiologica che si verifica poco prima della mestruazione. Un'altra correlazione è stata osservata con la sindrome premestruale, in particolare con la sua gravità, e l'emicrania che compare nei tre giorni precedenti le mestruazioni e nei primi sei giorni del ciclo mensile successivo. Gli studi epidemiologici riportano parecchie evidenze a sostegno del legame tra estrogeni ed emicrania mestruale. Per esempio in età prepuberale ragazzi e ragazze hanno una prevalenza del 4% di emicrania. Con lo sviluppo, e poi per tutto il corso della vita, la prevalenza nelle donne arriva al 18% negli uomini si ferma al 6%. E quasi l'80% delle donne che ne soffrono, ha iniziato tra i 10 e i 39 anni. Con la gravidanza si verificano ulteriori cambiamenti e l'aumento degli estrogeni che accompagna ogni trimestre di gestazione, in effetti, migliora la vita delle donne emicraniche: l'80% di un campione di 47 emicraniche riportava di non aver avuto attacchi durante il terzo trimestre. Non si verificano attacchi in donne che non ne soffrivano e comunque sempre nel primo trimestre. Dopo il parto, il 94% segnalava nuovamente degli attacchi, e uno dei fattori che accelerava il ritorno era l'allattamento con biberon e un età inferiore ai 30 anni. Con la menopausa, il calo degli estrogeni accompagna anche un calo degli attacchi di emicrania, se non accade è perché la donna è molto giovane, perché la menopausa è una conseguenza di un intervento chirurgico, si abusa di alcool, si sono usati contraccettivi orali oppure la donna segue una terapia ormonale.Anche dalla pratica clinica arrivano conferme. Quando si interviene con la fertilizzazione in vitro, si somministrano ormoni che abbassano il livello di estrogeni e l'82% delle donne così trattate ha avuto emicranie debilitanti. In realtà è stato provato che, più che un livello basso di estrogeni, è la sua instabilità che provoca l'emicrania; infatti, mantenendolo alto con la terapia estrogenica sostitutiva, o riabbassandolo sospendendo del tutto la terapia, le donne in menopausa risulterebbero più protette dagli attacchi.E' stata riconosciuta una componente genetica, e quindi ereditaria, che predispone agli attacchi; caratterizza uomini e donne indistintamente ed è legata a diversi polimorfismi (forme diverse di uno stesso gene) dei geni che codificano per i recettori ormonali.

Per togliere il dolore


Nei primi studi farmacologici sugli attacchi acuti si interveniva con una supplementazione di estrogeni, che ne innalzava i livelli plasmatici; così si otteneva una risposta nel 76% dei casi. Tuttavia, essendo studi di piccole dimensioni, spesso non erano riproducibili; a ciò si aggiunge la cautela necessaria con questo tipo di approccio, per evitare l'incremento del rischio di ictus ischemico nelle donne.Risultati più consistenti si sono ottenuti con i triptani che hanno dimostrato un'elevata efficacia nel trattamento acuto degli attacchi di emicrania. Tuttavia, di una strategia del genere possono beneficiare le donne emicraniche che hanno attacchi sporadici, acuti e imprevedibili. Quando sono invece ricorrenti e prevedibili, quasi temporizzati perché si presentano sempre con la stessa cadenza, si può pensare a un piano di profilassi. Parecchi studi hanno evidenziato che, avviando la somministrazione alcuni giorni prima dell'inizio del flusso mestruale, si otteneva una riduzione dell'emicrania fino al 50% dei casi.

Simona Zazzetta



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