La migliore terapia? La pazienza

17 marzo 2004
Aggiornamenti e focus

La migliore terapia? La pazienza



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"Gli antibiotici devono essere utilizzati in maniera giudiziosa, decidendo bene quando servono e quando non vanno impiegati. Come da valutare è anche la situazione clinica, il dosaggio e i tempi" così si sono espressi Maurizio De Martino e Alberto Vierucci, pediatri presso l'ospedale Meyer di Firenze, nel presentare una conferenza sull'argomento che si terrà lunedì 23 nell'ospedale fiorentino. E l'American Academy of Pediatrics è in linea con il loro punto di vista, come si deduce dalle nuove linee guida appena pubblicate a proposito di infezioni all'orecchio. Sembra, infatti, dai dati statunitensi, che l'80% dei bambini con l'infezione venga trattato inutilmente con antibiotici. E la situazione italiana non è molto diversa.

Abusati antibiotici


Circa il 10% dei bambini ha nella vita almeno un episodio di otite, con un picco di incidenza tra i sei e i quindici mesi. Pochissimi i casi di morte e rare le complicazioni. L'infezione è caratterizzata da forte dolore all'orecchio, provocato dall'aumentata pressione sulla membrana timpanica: all'ispezione otoscopica, in effetti, si può vedere la membrana gonfia e infiammata. In genere i sintomi si esauriscono in 24 ore; può restare un'ipoacusia, che richiede anche parecchie settimane per risolversi. E la terapia? Secondo i manuali la terapia consigliata è quella antibiotica, visto che i germi più spesso responsabili dell'otite sono lo streptococco, l'emofilo e Moraxella catarrhalis, batteri e non virus perciò. Il punto è che il più delle volte di antibiotici si abusa come dimostrano gli sparuti dati. Uno studio su bambini umbri di 0-14 anni mostra che il 90% hanno preso antibatterici almeno una volta. Un'indagine dell'Istituto Superiore di Sanità rivela che il 60% delle visite si concludono con la prescrizione e che i farmaci più gettonati sono, manco a dirlo, gli antibiotici, con il 33%. Complice anche la pressione delle mamme che vogliono una soluzione a tutti i costi. Per non parlare poi degli Stati Uniti dove la quasi totalità dei medici opta per l'antibatterico e dove le prescrizioni antibiotiche per l'otite media in bambini sotto i quindici anni, sono state 11 milioni tra il 1999 e il 2000.

Gli studi recenti


Già uno studio, pubblicato sul British Medical Journal, mostrava come, nel caso di otite, l'antibiotico funzioni solo in un caso su 17. Una metanalisi dei 6 studi più significativi effettuati sull'argomento ha evidenziato, infatti, che il 60% dei bambini trattati con il placebo erano liberi dal dolore entro una giornata. Non solo: la stessa ricerca ha evidenziato come trattando l'infezione soltanto con analgesici e gocce nasali, in bambini di età compresa tra i due e i dodici anni, soltanto il 3% ha avuto un decorso negativo della malattia. Sulla stessa lunghezza d'onda uno studio di Lancet, secondo il quale le terapie antibatteriche sono più spesso dannose che benefiche per l'otite media, anche per l'aumento di ceppi resistenti che generano. Inevitabile, viste le premesse, la controffensiva delle autorità sanitarie americane con la pubblicazione di nuove linee guida che si aggiungono a una massiccia campagna informativa indirizzata a medici e pazienti.

Meglio aspettare

Il punto chiave delle linee guida è che bisogna alleviare il dolore del bambino. Ecco perché si consiglia l'uso di antinfiammatori come ibuprofene o paracetamolo piuttosto che antibiotici che non agiscono sul dolore nelle prime 24 ore e non riducono la febbre più velocemente degli antidolorifici. Inoltre le linee guida sottolineano le difficoltà diagnostiche. Tre gli aspetti fondamentali nella diagnosi: rapida insorgenza, presenza di liquido nell'orecchio medio e segni e sintomi di infiammazione. Il medico deve essere perciò adeguatamente preparato e deve attendere tra le 48 e le 72 ore, prima di procedere con l'antibioticoterapia. E se proprio si deve ricorrere agli antibiotici - dicono i pediatri americani - l'ideale è l'amoxicillina, efficace, sicura di basso costo e di sapore gradevole per i bambini.

Marco Malagutti



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