Quando l’articolazione si infiamma

14 maggio 2010
Interviste

Quando l’articolazione si infiamma



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di Simona Zazzetta

La gotta è una malattia reumatica infiammatoria articolare molto nota nell'antichità, poiché colpiva personaggi illustri curati da altrettanti illustri medici. La ricerca ha portato a una maggiore conoscenza delle malattie reumatiche e la gotta ha perso notorietà, ma non è scomparsa. Mancano invece strumenti terapeutici e diagnostici adeguati, Dica33 ne ha parlato con Leonardo Punzi, direttore della Cattedra e Unità Operativa complessa di reumatologia dell'Università di Padova e membro della task force europea per la diagnosi e la cura della gotta.

Dottor Punzi che cos'è la gotta e come si manifesta?
La gotta consiste in una forte infiammazione, la più potente che si conosca, che si manifesta nel 70-80% dei casi nell'alluce, in genere nel pomeriggio per peggiorare durante la notte. La parte diventa calda e rossa, al punto di lasciare desquamata la pelle come dopo una scottatura. Il dolore è molto acuto e la parte è dolente anche al contatto con il lenzuolo.

Da cosa è provocata l'infiammazione?
L'infiammazione è provocata dalla presenza di cristalli di acido urico che si formano quando l'urato monosodico, normalmente disciolto nel sangue, raggiunge concentrazioni elevate (>7 mg/dl negli uomini, >6 mg/dl nelle donne) e da solubile si deposita in cristalli nelle articolazioni oppure nei tessuti molli dove forma i tipici "tofi". Il primo episodio è autolimitante e dopo 3-4 giorni l'infiammazione si risolve spontaneamente. A distanza di un tempo non noto compare un secondo episodio.

Quali sono i fattori che ne favoriscono la comparsa?
Una dieta abbondante con eccessiva presenza di alcuni alimenti e di alcol è un fattore scatenante, soprattutto di un secondo attacco, anche se l'alimentazione contribuisce per un 20% all'aumento dei livelli di urato monosodico (iperuricemia). Tuttavia, ci sono degli alimenti favorenti questa condizione, in particolare la birra, che contiene molta guanosina, una sostanza dal cui metabolismo si produce acido urico. Anche le bevande ricche di fruttosio, i frutti di mare e i crostacei hanno lo stesso effetto. L'età è un altro fattore di rischio associato all'iperuricemia, ma questo dipende dall'uso di alcuni farmaci. Invecchiando compaiono ipertensione e aumenta il rischio cardiovascolare e si tende a fare un maggior uso di farmaci che favoriscono l'iperuricemia: diuretici, acido acetilsalicilico a basso dosaggio ma anche farmaci antitubercolari, ora più diffusi, inibiscono l'escrezione renale di urato monosodico facendo aumentare la concentrazione del sangue. In particolare, è stato notato che nelle ragazze giovani, soprattutto nell'ambito della moda, si ricorre a un uso inappropriato di diuretici in quanto anoressizzanti, provocando un incremento dei casi di gotta in fasce di età più giovani. Infine per fattori genetici ma anche per stili di vita, la gotta è la malattia articolare infiammatoria più diffusa tra gli uomini dopo i 40 anni, tuttavia a causa dell'invecchiamento della popolazione e il maggior uso di farmaci anche nelle donne sta aumentando la prevalenza, anche se restano, comunque, protette dagli ormoni prima della menopausa.

E' possibile prevenirla?
Stili di vita scorretti di certo fanno aumentare il valore di uricemia, e dopo un attacco modificare la dieta serve, ma servono soprattutto i farmaci. La dieta è preventiva del secondo attacco, è utile se c'è iperuricemia ed è coadiuvante nella terapia.

Come si cura?
La gotta è una malattia curabile fin dal primo attacco. Senza una terapia adeguata si rischia di renderla cronica: il secondo dura di più e interessa più articolazioni, il periodo tra gli attacchi successivi diventa sempre più breve, gli attacchi durano di più e colpiscono più articolazioni. La colchicina è il farmaco più vecchio, ma anche il più specifico usato in questi pazienti, è un antinfiammatorio, non analgesico, molto potente. Nei pazienti che non la tollerano si usano antinfiammatori non steroidei (Fans) a dosi elevate e se non funzionano si passa a farmaci biologici anti-interleuchina-1. Dopo che la crisi è stata trattata si introducono gli ipourecimizzanti. In Italia è disponibile l'allopurinolo, farmaco rimborsabile a cui, però un 20% dei pazienti non risponde o è intollerante. Per questi si passa al febuxastat che però non è rimborsabile. Come Società italiana di reumatologia (Sir) abbiamo avanzato richiesta all'Aifa per renderlo rimborsabile per i pazienti resistenti all'allopurinolo.

Quali altre complicazioni possono comparire?
È stato dimostrato che l'iperuricemia è un fattore di rischio indipendente per eventi cardiovascolari. È stato inoltre osservato un aumento del rischio di sviluppare insufficienza renale.



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