Migpriv

26 aprile 2024

Migpriv


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Cos'è Migpriv (lisina acetilsalicilato + metoclopramide)


Migpriv è un farmaco a base di lisina acetilsalicilato + metoclopramide, appartenente al gruppo terapeutico Antiaggreganti piastrinici, Antipiretici, Analgesici FANS.

A cosa serve Migpriv e perchè si usa


Trattamento sintomatico degli attacchi di emicrania.

Questo prodotto permette un rapido controllo del dolore, nonché del vomito e della nausea ad esso associati durante gli attacchi di emicrania.

Indicazioni: come usare Migpriv, posologia, dosi e modo d'uso


Prendere una bustina alla comparsa dei sintomi premonitori della crisi, e se necessario, ripetere la somministrazione nelle ore successive.

Non superare le 3 bustine nelle 24 ore.

Non superare le dosi raccomandate e non proseguire la terapia per periodi prolungati senza avere prima consultato il proprio medico.

Versare il contenuto della bustina in un bicchiere d'acqua naturale; in tal modo si ottiene rapidamente una totale dissoluzione della polvere.

Migpriv non deve essere utilizzato nei bambini al di sotto dei 16 anni di età.

L'uso di Migpriv in bambini ed adolescenti fra i 16 e i 18 anni di età non è raccomandato.

Popolazioni speciali

Anziani

Nei pazienti anziani, occorre considerare una riduzione della dose in base alla funzionalità renale e epatica e alla suscettibilità generale.

Insufficienza renale

In pazienti con malattia renale in fase finale (Clearance della creatinina ≤ 15 ml/min), la dose giornaliera deve essere ridotta del 75%.

In pazienti con insufficienza renale da moderata a grave (Clearance della creatinina 15-60 ml/min), la dose giornaliera deve essere ridotta del 50%. (vedere paragrafo 5.2)

Insufficienza epatica

In pazienti con grave insufficienza epatica, la dose deve essere ridotta del 50%.

Controindicazioni: quando non dev'essere usato Migpriv


Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti.

Per la presenza dei due principi attivi il prodotto è controindicato in:
  • ipersensibilità verso i componenti o verso altre sostanze strettamente correlate dal punto di vista chimico;
  • pazienti con ulcera gastrica o duodenale;
  • pazienti con precedenti manifestazioni di ipersensibilità ai salicilati;
  • pazienti con malattia emorragica congenita o acquisita;
  • bambini al di sotto dei 16 anni;
  • pazienti gottosi;
  • gravidanza e allattamento (vedere paragrafo “Gravidanza e allattamento“);
  • pazienti con grave insufficienza epatica;
  • pazienti con grave insufficienza renale (ClCr < 30 ml/min)
  • pazienti con mastocitosi preesistente, nei quali l'utilizzo di acido acetilsalicilico può indurre gravi reazioni di ipersensibilità (che comprendono shock circolatorio con vampate di calore, ipotensione, tachicardia e vomito);
  • pazienti con emorragia gastrointestinale, ostruzione meccanica o perforazione gastrointestinale per le quali la stimolazione della motilità gastrointestinale costituisca un rischio;
  • pazienti affetti da feocromocitoma confermato o presunto, a causa del rischio di episodi di grave ipertensione;
  • pazienti con storia di discinesia tardiva indotta da neurolettici o metoclopramide
  • pazienti affetti da epilessia (aumento della frequenza e dell'intensità delle crisi)
  • pazienti affetti da morbo di Parkinson;
  • pazienti che assumono levodopa o agonisti dopaminergici (vedere paragrafo 4.5)
  • pazienti con storia nota di metemoglobinemia con metoclopramide o di deficit di NADH citocromo b5 reduttasi.
Dose > 100 mg/die durante il terzo trimestre di gravidanza.

Migpriv può essere usato durante la gravidanza e l'allattamento?


Gravidanza

Sebbene effetti teratogeni siano stati osservati con l'acido acetilsalicilico nell'animale, nessun effetto simile è stato osservato nell'uomo.
  • Basse dosi (fino a 100 mg/die)
Gli studi clinici indicano che le dosi fino a 100 mg/die possono essere considerate sicure limitatamente ad un impiego in ambito ostetrico, che richiede un monitoraggio specialistico.
  • Dosi di 100-500 mg/die
Ci sono insufficienti dati clinici relativi all'uso di dosi superiori a 100 mg/die fino a 500 mg/die. Quindi, le raccomandazioni di seguito riportate per le dosi di 500 mg/die ed oltre si applicano anche a questo range di dosaggio.
  • Dosi di 500 mg/die ed oltre
L'inibizione della sintesi di prostaglandine può interessare negativamente la gravidanza e/o lo sviluppo embrio/fetale.

Risultati di studi epidemiologici suggeriscono un aumentato rischio di aborto e di malformazione cardiaca e di gastroschisi dopo l'uso di un inibitore della sintesi delle prostaglandine, nelle prime fasi della gravidanza. Il rischio assoluto di malformazioni cardiache era aumentato da meno dell'1% fino a circa l'1,5%. È stato stimato che il rischio aumenta con la dose e la durata della terapia. Negli animali, la somministrazione di inibitori della sintesi di prostaglandine ha mostrato di provocare un aumento della perdita di pre e post-impianto e di mortalità embrione-fetale.

Inoltre, un aumento di incidenza di varie malformazioni, inclusa quella cardiovascolare, è stato riportato in animali a cui erano stati somministrati inibitori della sintesi delle prostaglandine, durante il periodo organogenetico.

Durante il primo e il secondo trimestre di gravidanza, l'acido acetilsalicilico non deve essere somministrato se non in casi strettamente necessari.

Se l'acido acetilsalicilico è usato da una donna in attesa di concepimento o durante il primo e secondo trimestre di gravidanza, la dose e la durata del trattamento devono essere mantenute le più basse possibili.

Durante il terzo trimestre di gravidanza, tutti gli inibitori della sintesi delle prostaglandine possono esporre il feto a:
  • tossicità cardiopolmonare (con chiusura prematura del dotto arterioso e ipertensione polmonare);
  • disfunzione renale, che può progredire in insufficienza renale con oligo-idroamnios;
la madre e il neonato, alla fine della gravidanza, a:
  • possibile prolungamento del tempo di sanguinamento, ed effetto antiaggregante che può occorrere anche a dosi molto basse;
  • inibizione delle contrazioni uterine risultanti in ritardo o prolungamento del travaglio.
Conseguentemente, l'acido acetilsalicilico alle dosi > 100 mg/die è controindicato durante il terzo trimestre di gravidanza

Una vasta quantità di dati su donne in gravidanza (più di 1.000 esiti di esposizione) indica assenza di tossicità malformativa e fetotossicità con la metoclopramide. Se clinicamente necessario, la metoclopramide può essere utilizzata durante la gravidanza. A causa delle proprietà farmacologiche (come per altri neurolettici), in caso di somministrazione di metoclopramide alla fine della gravidanza, non si può escludere la sindrome extrapiramidale nel neonato. La metoclopramide dovrebbe essere evitata alla fine della gravidanza. Se si utilizza la metoclopramide, si deve istituire un monitoraggio neonatale.

Allattamento

L'acetilsalicilato e la metoclopramide sono escreti nel latte materno., Non si possono escludere reazioni avverse nel bambino allattato al seno. Pertanto la metoclopramide non è raccomandata durante l'allattamento al seno. Si deve prendere in considerazione l'interruzione della metoclopramide nelle donne che allattano al seno.

Patologie correlate:


Nota: Nel contenuto della scheda possono essere presenti dei riferimenti a paragrafi non riportati.

Fonte: CODIFA - L'informatore farmaceutico



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