La pubblicità sanitaria deve essere informativa

30 gennaio 2018
Aggiornamenti e focus, Speciale Bocca sana

La pubblicità sanitaria deve essere informativa



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Uno slogan piuttosto datato diceva: "La pubblicità è l'anima del commercio". Il concetto da allora non è invecchiato ma la pubblicità si è evoluta e moltiplicata. Raggiunge il cittadino ovunque e coinvolge qualsiasi prodotto. Questa crescita esponenziale ha causato qualche caso spregiudicato anche nel settore della sanità, in particolare nella specialità degli odontoiatri che gestiscono attività private. Nell'ottica non di informare ma di accaparrarsi nuova clientela, sono apparse negli ultimi tempi pubblicità aggressive e non in linea con quanto richiede la legge.

Pubblicità nella sanità: il messaggio corretto

Nella sanità, la pubblicità deve essere informativa e non commerciale. Significa che non viene negata la possibilità a strutture sanitarie ed odontoiatri di usare messaggi pubblicitari, ma l'uso deve essere corretto. Come ci spiega il dottor Andrea Senna, vice presidente dell'Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Milano, "Noi dobbiamo permettere ai pazienti di essere informati a 360° su ciò che è meglio per la salute, senza che la loro libera e ragionata scelta sia condizionata dalle logiche della pubblicità commerciale". Nella sanità - quindi nell'ambito della salute dei cittadini, che è protetto - i messaggi pubblicitari devono fornire al cittadino un'informazione veritiera e corretta su attività e specializzazioni.

Azioni a difesa del paziente

Grazie a questo impegno dell'Ordine e della Commissione Albo Odontoiatri di Milano, sono stati avviati procedimenti disciplinari verso pubblicità sanitarie particolarmente aggressive. "Complessivamente, abbiamo celebrato 50 procedimenti disciplinari, 15 in ambito pubblicitario rivolti a direttori sanitari iscritti al nostro Ordine. Di questi quattordici hanno avuto come esito la sanzione di sospensione dall'esercizio della professione da 2 a 4 mesi" spiega il dottor Senna. "Vorrei ricordare inoltre due successi. Aver ottenuto dal Tribunale di Monza la possibilità di costituire l'Ordine parte civile nel processo contro Maria Paola Canegrati, meglio conosciuta come Lady Dentiera. E poi, proprio grazie al Parere Pro Veritate che avevamo commissionato allo studio legale del prof. Franco Gaetano Scoca, aver iniziato a denunciare all'Agcm le società che non rispettano le leggi italiane, al di là del loro direttore sanitario. In particolare, per due campagne marcatamente commerciali che promettevano 'Un impianto a 1 euro' e 'Prova gratis la dentiera per un mese'".

Carla De Meo



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