11 giugno 2018
Aggiornamenti e focus, Speciale Vitamina D
La carenza di vitamina D in post-menopausa favorisce la sindrome metabolica
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Le donne in post-menopausa con carenza di vitamina D potrebbero avere un rischio maggiore rischio di sviluppare la sindrome metabolica rispetto a quelle con valori sufficienti, come suggerisce uno studio osservazionale pubblicato su Maturitas.
«I nostri risultati ci portano a pensare che il mantenimento di adeguati livelli sierici di vitamina D nelle donne in post-menopausa possa ridurre il rischio di sviluppare la sindrome metabolica, una patologia notoriamente correlata a eventi cardiovascolari e mortalità in questo gruppo di pazienti» afferma Eneida Boteon Schmitt, della São Paulo State University's Botucatu Medical School in Brasile, primo nome dello studio. La ricerca ha riguardato 463 donne, con età compresa tra 45 e 75 anni, che non avevano mestruazioni da almeno un anno, non assumevano integratori di vitamina D e presentavano una diagnosi di malattia cardiovascolare. I valori di vitamina D sono stati definiti come deficitari se inferiori a 20 ng/mL, insufficienti se compresi tra 20 e 29 ng/mL e sufficienti se pari ad almeno 30 ng/mL.
La diagnosi della sindrome metabolica richiedeva la presenza di almeno tre su cinque criteri: circonferenza della vita superiore a 88 cm, valori di trigliceridi di almeno 150 mg/dL, valori di HDL inferiori a 50 mg/dL, pressione arteriosa di almeno 130/85 mmHg e valori di glucosio di almeno 100 mg/dL.
Il 32% delle donne presentava livelli sufficienti di vitamina D, il 32,6% livelli insufficienti, mentre il restante 35,4% presentava un deficit. L'analisi ha mostrato che più della metà (57,8%) delle donne con vitamina D inferiore a 30 ng/mL soffriva di sindrome metabolica rispetto al 39,8% delle donne con livelli sufficienti di vitamina D. Valori di vitamina D inferiori a 30 ng/mL erano inoltre associati a livelli più alti di colesterolo totale, trigliceridi e insulina, e a una maggiore resistenza all'insulina.
Dopo aggiustamento per fattori confondenti, le donne con carenza di vitamina D avevano quasi il doppio delle probabilità di soffrire di sindrome metabolica di quelle con livelli sufficienti, e anche il 55% di probabilità in più di avere trigliceridi alti e il 60% in più di probabilità di HDL basso. Sebbene ritengano possibile una relazione causale tra vitamina D bassa e valori peggiori di colesterolo, gli autori indicano anche spiegazioni alternative ai risultati ottenuti e sottolineano la necessità di ulteriori studi per chiarire la relazione.
Fonte: Docto33
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«I nostri risultati ci portano a pensare che il mantenimento di adeguati livelli sierici di vitamina D nelle donne in post-menopausa possa ridurre il rischio di sviluppare la sindrome metabolica, una patologia notoriamente correlata a eventi cardiovascolari e mortalità in questo gruppo di pazienti» afferma Eneida Boteon Schmitt, della São Paulo State University's Botucatu Medical School in Brasile, primo nome dello studio. La ricerca ha riguardato 463 donne, con età compresa tra 45 e 75 anni, che non avevano mestruazioni da almeno un anno, non assumevano integratori di vitamina D e presentavano una diagnosi di malattia cardiovascolare. I valori di vitamina D sono stati definiti come deficitari se inferiori a 20 ng/mL, insufficienti se compresi tra 20 e 29 ng/mL e sufficienti se pari ad almeno 30 ng/mL.
La diagnosi della sindrome metabolica richiedeva la presenza di almeno tre su cinque criteri: circonferenza della vita superiore a 88 cm, valori di trigliceridi di almeno 150 mg/dL, valori di HDL inferiori a 50 mg/dL, pressione arteriosa di almeno 130/85 mmHg e valori di glucosio di almeno 100 mg/dL.
Il 32% delle donne presentava livelli sufficienti di vitamina D, il 32,6% livelli insufficienti, mentre il restante 35,4% presentava un deficit. L'analisi ha mostrato che più della metà (57,8%) delle donne con vitamina D inferiore a 30 ng/mL soffriva di sindrome metabolica rispetto al 39,8% delle donne con livelli sufficienti di vitamina D. Valori di vitamina D inferiori a 30 ng/mL erano inoltre associati a livelli più alti di colesterolo totale, trigliceridi e insulina, e a una maggiore resistenza all'insulina.
Dopo aggiustamento per fattori confondenti, le donne con carenza di vitamina D avevano quasi il doppio delle probabilità di soffrire di sindrome metabolica di quelle con livelli sufficienti, e anche il 55% di probabilità in più di avere trigliceridi alti e il 60% in più di probabilità di HDL basso. Sebbene ritengano possibile una relazione causale tra vitamina D bassa e valori peggiori di colesterolo, gli autori indicano anche spiegazioni alternative ai risultati ottenuti e sottolineano la necessità di ulteriori studi per chiarire la relazione.
Fonte: Docto33
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