15 ottobre 2019
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Geni in movimento
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La sindrome delle gambe senza riposo (restless legs syndrome o RLS) è un disturbo neurologico comune caratterizzato dal bisogno urgente e difficilmente controllabile di muovere le gambe. Una delle principali cause di interruzione del sonno. Vista così sembra una malattia chiaramente identificata e catalogata, senonchè un recente articolo comparso sulla rivista Plos Medicine, ha definito la RLS come un tipico esempio di come i media contribuiscano nel rendere la gente malata. Una malattia mediatica sostanzialmente, enfatizzata dalle aziende farmaceutiche e da articoli di giornale acritici. In più fare diagnosi e prescrivere farmaci ha serie ricadute sui contorni della malattia, al momento troppo estesi. Un colpo non da poco per la malattia che ora, però, trova la sua parziale riabilitazione da due studi condotti parallelamente. Due team di ricerca, infatti, uno tedesco e uno islandese, hanno identificato le tre varianti del genoma umano, che predisporrebbero alla condizione. E se esistono delle varianti genetiche che la provocano, deve esistere anche la malattia. E forse sarà possibile identificarne in modo chiaro anche le basi biologiche.
La malattia, premettono i ricercatori, nonostante la sua prevalenza significativa in nord-America ed Europa, con percentuali oscillanti tra il 5% e il 15%, ha una patogenesi poco chiara. Il ferro, però, sembrerebbe avere un ruolo centrale. La deficienza o l'eccesso del minerale, infatti, sono associati alla patofisiologia di molte malattie cerebrali. La carenza condiziona lo sviluppo cerebrale, mentre il suo eccessivo accumulo è da sempre legato alla neurodegenerazione. A conferma uno studio di cinquant'anni fa riportava che il 25% dei soggetti con la malattia aveva bassi livelli ferrici e il 24% di quelli con anemia ferropriva aveva l'RLS. Ma al di là del ruolo del ferro, l'ipotesi genetica è da sempre ben documentata e concreta. La disparità etnica nel verificarsi della malattia del resto non si potrebbe spiegare altrimenti. Si trattava di identificare i geni responsabili, però. Impresa che pare riuscita a due gruppi di ricerca in modo quasi contemporaneo.
I due gruppi hanno utilizzato metodi analoghi, avvalendosi dei potentissimi chip, di uso ormai comune, in grado di identificare fino a 500000 varianti genetiche in una volta. E mettendo a confronto i genomi di pazienti con la malattia, con altri sani si possono evidenziare le varianti associate alla sindrome in questione. Uno dei due gruppi, quello tedesco, i cui risultati sono stati pubblicati in Nature Genetics, ha identificato tre geni che aumenterebbero il rischio. Indipendentemente un team islandese, che ha pubblicato sul New England Journal of Medicine, ha identificato una stessa variante genetica nella popolazione islandese e in quella statunitense. Il gene chiamato BTBD9 è associato, oltrechè ai movimenti nel sonno, a bassi livelli di ferro. E i geni identificati hanno colto di sorpresa gli stessi ricercatori, che non li sospettavano di un simile ruolo. La variante del gene BTBD9, peraltro, sarebbe molto comune ma spesso senza causare la sintomatologia della RLS. Una conferma importante perciò. Ma i detrattori, almeno per il momento secondo quanto riporta il New York Times, non sono convinti. "Non cambierà nulla." ha detto uno di loro Steven Woloshin "Anzi è possibile che i risultati contribuiscano a classificare la sindrome delle gambe senza riposo, come una malattia molto prevalente". E non lo è, dicono gli scettici.
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Malattia misteriosa
La malattia, premettono i ricercatori, nonostante la sua prevalenza significativa in nord-America ed Europa, con percentuali oscillanti tra il 5% e il 15%, ha una patogenesi poco chiara. Il ferro, però, sembrerebbe avere un ruolo centrale. La deficienza o l'eccesso del minerale, infatti, sono associati alla patofisiologia di molte malattie cerebrali. La carenza condiziona lo sviluppo cerebrale, mentre il suo eccessivo accumulo è da sempre legato alla neurodegenerazione. A conferma uno studio di cinquant'anni fa riportava che il 25% dei soggetti con la malattia aveva bassi livelli ferrici e il 24% di quelli con anemia ferropriva aveva l'RLS. Ma al di là del ruolo del ferro, l'ipotesi genetica è da sempre ben documentata e concreta. La disparità etnica nel verificarsi della malattia del resto non si potrebbe spiegare altrimenti. Si trattava di identificare i geni responsabili, però. Impresa che pare riuscita a due gruppi di ricerca in modo quasi contemporaneo.
Gli studi
I due gruppi hanno utilizzato metodi analoghi, avvalendosi dei potentissimi chip, di uso ormai comune, in grado di identificare fino a 500000 varianti genetiche in una volta. E mettendo a confronto i genomi di pazienti con la malattia, con altri sani si possono evidenziare le varianti associate alla sindrome in questione. Uno dei due gruppi, quello tedesco, i cui risultati sono stati pubblicati in Nature Genetics, ha identificato tre geni che aumenterebbero il rischio. Indipendentemente un team islandese, che ha pubblicato sul New England Journal of Medicine, ha identificato una stessa variante genetica nella popolazione islandese e in quella statunitense. Il gene chiamato BTBD9 è associato, oltrechè ai movimenti nel sonno, a bassi livelli di ferro. E i geni identificati hanno colto di sorpresa gli stessi ricercatori, che non li sospettavano di un simile ruolo. La variante del gene BTBD9, peraltro, sarebbe molto comune ma spesso senza causare la sintomatologia della RLS. Una conferma importante perciò. Ma i detrattori, almeno per il momento secondo quanto riporta il New York Times, non sono convinti. "Non cambierà nulla." ha detto uno di loro Steven Woloshin "Anzi è possibile che i risultati contribuiscano a classificare la sindrome delle gambe senza riposo, come una malattia molto prevalente". E non lo è, dicono gli scettici.
Fonte:
- Stefansson K et al. A Genetic Risk Factor for Periodic Limb Movements in Sleep. New England Journal of Medicine, Published Online July 18, 2007
In evidenza:
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