Vitiligine: dalle cause alla terapia

18 luglio 2020
Aggiornamenti e focus

Vitiligine: dalle cause alla terapia



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La vitiligine è una malattia cronica della pelle. Provoca l'alterazione della pigmentazione con scolorimento di aree cutanee, più o meno ampie (da alcuni millimetri a diversi centimetri), distribuite in differenti zone del corpo o accorpate tra loro. Le aree più interessate da questa manifestazione sono il viso, le dita, il palmo delle mani e la pianta dei piedi, gli avambracci, le caviglie, i capezzoli, l'ombelico, la zona inguinale. Può estendersi anche a mucose e capelli. Con il passare degli anni, la depigmentazione cutanea aumenta e i perimetri bianchi tendono ad aggregarsi tra di loro e ad espandersi. Le macchie bianche che compaiono sul corpo, quasi sempre simmetriche e circondate da pelle normale, sono raramente accompagnate da ulteriori sintomi come prurito (di solito solo nella fase iniziale della patologia) o dolore. La vitiligine riguarda oltre l'1% della popolazione e colpisce indistintamente uomini e donne di qualsiasi età (l'insorgenza è tuttavia più frequente tra i 20 e i 30 anni). Né è stata individuata la predisposizione di qualche tipo di pelle. La ricerca scientifica colloca la vitiligine tra le patologie autoimmuni:  colpisce i melanociti, le cellule che producono la melanina che attribuisce alla nostra pelle la tipica colorazione.


Vitiligine: cause e terapie


In caso di vitiligine, i melanociti cessano di svolgere la loro funzione. E questo avviene solo nelle aree della pelle dove si manifesta la ipopigmentazione (parziale) o la depigmentazione (totale) della pelle. Le cause sono ancora in corso di studio così come sua cura. Ad oggi vanno individuate soprattutto in alcune categorie:

La diagnosi può essere fatta a occhio nudo per la particolare depigmentazione della pelle. Tuttavia - per escludere una micosi - si può ricorrere all'analisi con la lampada di Wood che emette luce ultravioletta e alla successiva biopsia. Non esiste una cura specifica che consente la guarigione dalla vitiligine. Se ne può solo rallentare la progressione (i risultati sono positivi nel 90% dei casi).
La terapia più comune è a base di corticosteroidi locali, immunosoppressori e radiazioni a UVB (fototerapia) e PUVA (possibile anche la loro combinazione contemporanea). Si può ricorrere anche all'intervento chirurgico con il trapianto dei melanociti. È consigliato quando l'area da curare è molto circoscritta le e precedenti cure farmacologiche non hanno restituito i risultati sperati. È importante fare sempre attenzione all'esposizione al sole, ricorrendo alla prodotti di protezione massima o alla completa copertura delle aree colpite dalla vitiligine per evitare scottature proprio per l'assenza di melanina.

Vitiligine: attenzione ai problemi psicologici


La vitiligine non è una malattia contagiosa. Non c'è alcun rischio di ammalarsi nel contatto diretto con la persona che ne è colpita. È tuttavia una patologia che, proprio per la sua evidente manifestazione estetica, che non può essere nascosta (può essere solo un po' camuffata ricorrendo al trucco), può causare seri problemi piscologici nel quotidiano, arrivando a causare depressione, ansia e spesso in isolamento dalla società. Per questo accanto alla terapia farmacologica può essere consigliato anche il supporto psicologico di un terapeuta che aiuti la persona ad accettare questo percorso.


Carla De Meo


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