16 gennaio 2021
Ketoprofene sale di lisina Doc
Cos'è Ketoprofene sale di lisina Doc (ketoprofene sale di lisina)
Ketoprofene sale di lisina Doc è un farmaco a base di
ketoprofene sale di lisina, appartenente al gruppo terapeutico
Analgesici FANS. E' commercializzato in Italia da
DOC Generici S.r.l.Confezioni e formulazioni di Ketoprofene sale di lisina Doc disponibili in commercio
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A cosa serve Ketoprofene sale di lisina Doc e perchè si usa
Adulti: trattamento sintomatico di stati infiammatori associati a dolore, tra i quali: artrite reumatoide, spondilite anchilosante, artrosi dolorosa, reumatismo extra-articolare, flogosi post-traumatica, affezioni flogistiche dolorose in odontoiatria, otorinolaringoiatria, urologia e pneumologia.
Indicazioni: come usare Ketoprofene sale di lisina Doc, posologia, dosi e modo d'uso
Adulti: una bustina da 80 mg (dose intera) tre volte al giorno durante i pasti.
Anziani: la posologia deve essere attentamente stabilita dal medico che dovrà valutare un'eventuale riduzione dei dosaggi sopraindicati (vedere par. 4.4).
Pazienti con insufficienza epatica: si consiglia di instaurare la terapia al dosaggio minimo giornaliero (vedere par. 4.4).
Pazienti con leggera o moderata insufficienza renale: si consiglia di monitorare il volume di diuresi e la funzionalità renale (vedere par. 4.4).
Istruzioni: versare il contenuto di una bustina in mezzo bicchiere di acqua e mescolare.
Controindicazioni: quando non dev'essere usato Ketoprofene sale di lisina Doc
Ketoprofene sale di lisina è controindicato nei seguenti casi:
- pazienti con storia di reazioni di ipersensibilità, come broncospasmo, attacchi asmatici, riniti, polipi nasali, orticaria, edema angioneurotico o altre reazioni di tipo allergico, a ketoprofene, acido acetilsalicilico o altri farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS). Gravi reazioni anafilattiche, raramente fatali, sono state segnalate in questi pazienti (vedere par. 4.8);
- pazienti con ipersensibilità ad uno qualsiasi degli eccipienti del medicinale;
- ulcera peptica/emorragia attiva o ulcera peptica/emorragia ricorrente (due o più distinti episodi di accertata ulcerazione o sanguinamento);
- sospetta ulcera gastrointestinale, ulcera gastrointestinale pregressa o dispepsia cronica;
- ulcera peptica attiva, o precedenti anamnestici di emorragia gastrointestinale, ulcerazione o perforazione;
- storia di sanguinamento gastrointestinale o perforazione, conseguenti a precedente terapia con FANS;
- morbo di Crohn o colite ulcerosa;
- asma bronchiale pregressa;
- grave insufficienza cardiaca;
- grave insufficienza epatica;
- grave insufficienza renale;
- gravi disfunzioni epatiche o renali;
- diatesi emorragica ed altri disturbi della coagulazione, o pazienti soggetti a terapia anticoagulante;
- terzo trimestre di gravidanza e allattamento (vedere par. 4.6);
- bambini e adolescenti di età inferiore a 14 anni.
Ketoprofene sale di lisina Doc può essere usato durante la gravidanza e l'allattamento?
Uso in gravidanza
L'inibizione della sintesi di prostaglandine può avere effetti avversi sulla gravidanza e/olo sviluppo embrio/fetale.
Risultati di studi epidemiologici suggeriscono un aumentato rischio di aborto e di malformazione cardiaca e di gastroschisi dopo l'uso di un inibitore della sintesi delle prostaglandine nelle prime fasi della gravidanza. Il rischio assoluto di malformazioni cardiache aumentava da meno dell'1%, fino a circa l'1,5%. È stato ritenuto che il rischio aumenta con la dose e la durata della terapia. Negli animali, la somministrazione di inibitori della sintesi di prostaglandine ha provocato un aumento della perdita di pre e post-impianto e di mortalità embrio-fetale.
Inoltre, un aumento di incidenza di varie malformazioni, inclusa quella cardiovascolare, è stato segnalato in animali a cui erano stati somministrati inibitori di sintesi delle prostaglandine, durante il periodo organogenetico. Pertanto ketoprofene sale di lisina non deve essere somministrato durante il primo e secondo trimestre di gravidanza se non strettamente necessario. Se ketoprofene sale di lisina è usato in donne che desiderano una gravidanza o durante il primo e secondo trimestre di gravidanza, il dosaggio deve essere mantenuto il più basso possibile per la durata di trattamento più breve possibile.
Durante il terzo trimestre di gravidanza, tutti gli inibitori della sintesi di prostaglandine possono esporre
il feto a:
- tossicità cardiopolmonare (con chiusura prematura del dotto arterioso e ipertensione polmonare);
- disfunzione renale, che può progredire in insufficienza renale con oligo-idroamnios;
la madre e il neonato, alla fine della gravidanza, a:
- possibile prolungamento del tempo di sanguinamento, ed effetto antiaggregante che può verificarsi anche a dosi molto basse;
- inibizione delle contrazioni uterine risultanti in ritardo o prolungamento del travaglio.
Di conseguenza ketoprofene sale di lisina è controindicato durante il terzo trimestre di gravidanza.
Uso durante l'allattamento
Non sono disponibili dati sull'escrezione di ketoprofene sale di lisina nel latte materno. Ketoprofene sale di lisina non è raccomandato durante l'allattamento.
Quali sono gli effetti indesiderati di Ketoprofene sale di lisina Doc
Apparato gastrointestinale: gli eventi avversi più comunemente osservati sono di natura gastrointestinale. Possono verificarsi ulcere peptiche, perforazione o emorragie gastrointestinali , ulcera gastrica e duodenale, gastrite e gastrite erosiva, con perforazione e/o emorragia gastrointestinale a volte fatale in particolare negli anziani (vedere par. 4.4). Dopo somministrazione di ketoprofene sale di lisina sono stati riportati: nausea, vomito, diarrea, flatulenza, costipazione, dispepsia, dolore addominale, melena, ematemesi, stomatiti ulcerative, edema della lingua, esacerbazione di colite e morbo di Crohn (vedere par. 4.4). Meno frequentemente sono state osservate gastriti.
I seguenti effetti indesiderati sono stati osservati in seguito alla somministrazione di ketoprofene negli adulti: molto comuni (≥1/10); comuni (da ≥1/100 a <1/10); non comuni (da ≥1/1.000 a <1/100); rari (da ≥1/10.000 a <1/1.000); molto rari (<1/10.000); frequenza non nota (la frequenza non può essere stimata sulla base dei dati disponibili).
Patologie del sistema emolinfopoietico
Rari: anemia emorragica.
Molto rari: leucocitosi, linfangite, porpora, porpora trombocitopenica, leucocitopenia.
Non nota: agranulocitosi, trombocitopenia, insufficienza midollare, anemia aplastica ed emolitica, ipoplasia midollare.
Disturbi del sistema immunitario
Molto rari: reazioni allergiche e anafilattoidi.
Non nota: reazioni anafilattiche (compreso shock anafilattico).
Disturbi psichiatrici
Non nota: alterazioni dell'umore.
Patologie del sistema nervoso
Non comuni: cefalea, capogiri, sonnolenza.
Rari: parestesia.
Non nota: convulsioni, disgeusia.
È stato riportato un singolo caso di tremore e ipercinesia in una paziente anziana trattata concomitantemente con un antibiotico chinolonico.
Patologie dell'occhio
Rari: visione offuscata.
Molto rari: edema periorbitale.
Patologie dell'orecchio e del labirinto
Rari: tinnito.
Patologie cardiache
Molto rari: palpitazioni, tachicardia.
Non nota: insufficienza cardiaca.
Patologie vascolari
Molto rari: ipotensione.
Non nota: ipertensione, vasodilatazione.
Eccezionalmente sono stati segnalati casi di vasculite e rossore cutaneo.
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche
Rari: asma.
Molto rari: dispnea, edema della laringe e laringospasmo.
Non nota: broncospasmo (in particolare in pazienti con ipersensibilità nota all'acido acetilsalicilico e ai FANS), rinite.
È stato riportato un singolo caso di insufficienza respiratoria acuta ad esito fatale in un paziente asmatico e sensibile all'aspirina.
Patologie gastrointestinali
Comuni: dispepsia, nausea, dolori addominali, vomito.
Non comuni: stipsi, diarrea, flatulenza, gastrite.
Rari: stomatite, ulcera peptica.
Non nota: esacerbazione di colite e morbo di Crohn, emorragia gastrointestinale e perforazione.
Patologie epatobiliari
Rari: epatite, aumento delle transaminasi, livelli sierici di bilirubina elevati a causa di disturbi epatici.
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
Non comuni: rash, prurito.
Molto rari: eritema, esantema, esantema maculo-papulare, dermatite.
Non nota: reazioni di fotosensibilità, alopecia, orticaria, angioedema, eruzioni bollose inclusa sindrome di Steven-Johnson, necrolisi epidermica tossica, Lyell.
Patologie renali e urinarie
Molto rari: ematuria.
Non nota: insufficienza renale acuta, nefrite tubulo-interstiziale, sindrome nefrotossica, test di funzionalità renale anormali.
È stato riportato un singolo caso di oliguria.
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione
Non comuni: edema, affaticamento.
Molto rari: edema della bocca, edema del volto.
Sono stati riportati casi singoli di edema periferico e sincope.
Esami diagnostici
Rari: aumento di peso.
Studi clinici e dati epidemiologici suggeriscono che l'uso dei FANS (soprattutto ad alte dosi e per periodi prolungati) può essere associato con un aumento del rischio di eventi trombotici arteriosi (per esempio infarto del miocardio o ictus; vedere par. 4.4).
È stato riportato un singolo caso di ansia, allucinazioni visive, ipereccitabilità e alterazione del comportamento in un paziente pediatrico che aveva assunto una dose doppia rispetto a quella raccomandata nel RCP. I sintomi sono scomparsi spontaneamente nell'arco di 1-2 giorni.
Le reazioni avverse che hanno avuto carattere di gravità, tutte molto rare, includono prevalentemente casi di reazioni cutanee (orticaria, eritema, esantema, angioedema), reazioni a livello gastrointestinale e a carico del tratto respiratorio (broncospasmo, dispnea, edema della laringe), nonché i casi episodici di reazioni allergiche/anafilattoidi, shock anafilattico ed edema della bocca.
Come già detto, un singolo caso di insufficienza respiratoria acuta, manifestatosi in un paziente asmatico e sensibile all'aspirina, ha avuto esito fatale. La maggior parte delle reazioni manifestatesi in pazienti allergici/asmatici e/ocon ipersensibilità nota ai FANS hanno avuto carattere di gravità.
Alcuni effetti indesiderati sono stati osservati solo occasionalmente in seguito alla somministrazione di ketoprofene: eccitabilità, insonnia, brividi, discinesia transitoria, astenia.
Patologie correlate:
- Artrite reumatoide
Tra le malattie reumatiche l’artrite reumatoide è una di quelle con più forte impatto sociale in termini di incidenza, riduzione della qualità di vita, in soggetti spesso giovani, e costi economici. Cruciale è la diagnosi precoce
- Artrosi
Malattia cronica della cartilagine articolare e dei tessuti circostanti, caratterizzata da dolore, rigidità e deficit funzionale.
- Flebite
Infiammazione della parete venosa, che colpisce soprattutto le vene superficiali (flebite superficiale), in particolare delle gambe. Quando l'infiammazione è associata alla presenza di un coagulo di sangue che ostruisce il vaso, si parla di tromboflebite.
- Gotta
Patologia caratterizzata dal deposito di cristalli di urato di sodio nelle articolazioni e nei tessuti circostanti, con attacchi infiammatori dolorosi delle articolazioni, a causa dell'aumento dei livelli ematici di acido urico (iperuricemia).
- Herpes zoster
Infezione (comunemente chiamata anche fuoco di sant'Antonio) provocata dal virus della varicella-zoster, che causa una dolorosa eruzione cutanea di vescicole piene di liquido.
- Lupus eritematoso sistemico
Malattia infiammatoria cronica del tessuto connettivo, che può colpire articolazioni, reni, mucose e pareti dei vasi sanguigni.
- Mastopatia fibrocistica
Lesione benigna caratterizzata dalla presenza di dolore, cisti e modularità diffuse della mammella. Piccoli noduli sono normalmente presenti nel tessuto mammario, dovuti alle fluttuazioni ormonali a cui l'organo è sottoposto ad ogni ciclo mestruale. Il loro ingrandimento, associato alla presenza di
- Morbo di Paget
Malattia cronica dello scheletro, chiamata anche osteite deformante, caratterizzata da un rimodellamento patologico del tessuto osseo che ne provoca l'ingrossamento e l'indebolimento.
- Orecchioni
Infezione virale contagiosa, detta anche parorite epidemica, che colpisce le ghiandole salivari, in particolar modo le ghiandole parotidi, situate in prossimità dell'orecchio. L'infezione conferisce immunità per tutta la vita ed è quindi caratteristica dell'infanzia.
- Pleurite
Infiammazione acuta o cronica della pleura, membrana composta da due foglietti che rivestono la superficie esterna dei polmoni e l'interno della cavità toracica, a stretto contatto fra loro e separati solo da una piccola quantità di liquido.
- Poliposi
Condizione caratterizzata dalla presenza nel tubo digerente di numerosi polipi. I polipi neoformazioni benigne di tessuto che crescono nella parete dell'intestino, e più raramente dello stomaco, sporgendo nel lume, a volte attaccati attraverso un peduncolo.
- Sciatica
Un fenomeno molto comune che si manifesta con un intenso dolore dalla natica fino al piede e nei casi più gravi è accompagnato, in queste zone, da intorpidimento e debolezza. I rimedi? Analgesici, antinfiammatori e tanto riposo
- Sclerodermia
Domenica 26 settembre 2010 è la Giornata del Ciclamino, che offre la possibilità da ormai dieci anni, di sostenere la lotta alla Sclerodermia. Una patologia cronica, autoimmune, invalidante, multiorgano che colpisce in prevalenza le donne, ma può essere diagnosticata per tempo
- Sindrome temporo-mandibolare
Alterazione della giunzione fra osso temporale del cranio e mandibola, o dei legamenti e dei muscoli che la supportano e la fanno muovere. Si tratta di un'articolazione molto delicata, il cui allineamento deve essere perfetto per permettere una normale masticazione
- Tendinite
Infiammazione dei tendini le strutture di tessuto fibroso che connettono i muscoli all'osso. In alcuni casi l'infiammazione si estende alla...
- Tiroidite
Alla prevenzione delle patologie tiroidee prima, durante e dopo la gravidanza è dedicata la Giornata Nazionale della Tiroide 2010, promossa e organizzata dalle principali associazioni dei pazienti
- Varicella
Infezione virale acuta provocata dal virus della varicella-zoster, caratterizzata da un'eruzione cutanea caratteristica, con comparsa di piccole vescicole rilevate. Il virus lascia un'immunità permanente e la malattia non può essere contratta due volte.
Nota:
Nel contenuto della scheda possono essere presenti dei riferimenti a paragrafi non riportati.Fonte:
CODIFA - L'informatore farmaceuticoTags:
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